Fattori di rischio per le emorroidi

01. febbraio 2025

Tutti hanno le emorroidi ma non a tutti causano problemi.
Con il 70% di tutti gli adulti coinvolti, la percentuale è molto elevata, il che rende la patologia emorroidaria un problema sociale da non sottovalutare. Il rischio è maggiore a seconda dell'attività e della fase della vita.

Vita molto sedentaria, poco movimento

Stare seduti per lunghi periodi senza fare sufficiente esercizio fisico può affaticare l'intestino e aumentare il rischio di emorroidi. Che siate seduti su una sedia in ufficio, sul sedile dell'auto o sulla poltrona mentre guardate la TV, stare troppo seduti favorisce la lentezza intestinale e quindi anche lo sviluppo di emorroidi dolorose.

Cedimento del tessuto connettivo

Con il tempo, il tessuto connettivo perde elasticità e resistenza: è un processo naturale che aumenta con l'età. In alcune persone, la debolezza del tessuto connettivo è anche genetica. Tale debolezza può contribuire a far sì che le emorroidi si ingrossino causando fastidio.

Cattive abitudini alimentari e obesità

Una dieta squilibrata con poche fibre, troppo pochi liquidi, un consumo eccessivo di spezie piccanti, cibi grassi, alcol, caffè e zucchero possono non solo causare problemi digestivi, ma anche contribuire all'aumento di peso. Soprattutto il consumo regolare di alimenti altamente calorici e lavorati e un apporto energetico squilibrato favoriscono il sovrappeso. Abitudini alimentari scorrette e un peso corporeo eccessivo possono quindi favorire l’insorgere di disturbi emorroidari.

Gravidanza

La gravidanza comporta molti cambiamenti per l'organismo. In generale, le malattie anali o i disturbi del retto sono un problema comune nelle donne incinte, soprattutto nell'ultimo trimestre di gravidanza. Le donne in gravidanza di età più avanzata (oltre i 35 anni) e le pluripare soffrono più frequentemente di emorroidi.

Esistono diversi fattori che possono favorire la comparsa delle emorroidi durante la gravidanza:

  • l’aumento di peso incrementa la pressione nella cavità addominale e sul pavimento pelvico, facilitando il ristagno di sangue e la conseguente dilatazione dei vasi sanguigni nella zona anale;
  • i cambiamenti ormonali rallentano l’attività intestinale e rilassano i tessuti, favorendo la stitichezza e la fuoriuscita delle emorroidi;
  • un maggiore assorbimento di acqua nell’intestino — necessario per la formazione del liquido amniotico e lo sviluppo dell’embrione — insieme all’assunzione di integratori di ferro e alla ridotta attività fisica, inducono la stipsi e quindi la comparsa delle emorroidi;
  • infine, lo sforzo durante la defecazione aumenta la pressione sui vasi sanguigni e accresce il rischio di disturbi emorroidari.

Per godersi appieno l’attesa della nuova vita, è importante trattare precocemente i disturbi emorroidari. Rivolgiti con fiducia al tuo ginecologo.

Lavoro fisico pesante e allenamento con i pesi

Il lavoro fisico pesante e l'allenamento intensivo con i pesi hanno una cosa in comune: entrambi possono aumentare la pressione nella cavità addominale e sovraccaricare il sensibile plesso emorroidale. Gli sforzi ripetuti sottopongono il pavimento pelvico a un forte stress, che col tempo può provocare disturbi. Anche i muscoli addominali tesi e l'aumento della pressione causata dal sollevamento di carichi pesanti o dall'allenamento intensivo possono causare l'irritazione del plesso emorroidale e la comparsa di sintomi dolorosi.

Ciclismo

I lunghi viaggi in bicicletta possono essere una vera sfida per le emorroidi. La pressione e l'attrito durante la pedalata sollecitano il tessuto sensibile, mentre la sudorazione può esacerbare i sintomi tipici, come prurito e bruciore. I disturbi esistenti possono essere esacerbati dalle ore di bicicletta.

Costipazione, diarrea

La stitichezza cronica e le relative forti tensioni durante i movimenti intestinali aumentano la pressione sui plessi venosi e quindi il rischio di malattia emorroidaria. La diarrea frequente può anche portare a un ingrossamento dei cuscinetti emorroidali, che devono costantemente trattenere le feci liquide. Di conseguenza, i cuscinetti vascolari rimangono costantemente pieni, compromettendo così la continenza fine.